Questo racconto è il secondo sempre sull’argomento spaccamarroni; aggiunge particolari che possono rendere meglio l’idea della persona. Lo spaccamarroni in questione è una persona molto precisa ed oltre il resto che egli svolge sempre in modo perfetto, lo spaccamarroni alias sbriciolatore si picca di cucinare perfino meglio della sua bella. Involtini alle verdure, melanzane alla parmigiana e…torte. Raffinate, da commuovercisi;  ad esempio quella ai frutti di bosco. Lo spaccamarroni, qui pasticciere, produce le torte con grandissimo impegno, poi le surgela, di modo che vengano utili non appena gli si presenta un’occasione. Sì, perché lui non è il tipo da comprare le torte in pasticceria: sono care, non genuine e soprattutto non testimoniano il suo estro da pasticciere geniale. Invece, presentandosi a casa altrui con le sue opere, lo spaccamarroni inizia da subito a decantare il prodotto, ad illustrare nei minimi particolari gli ingredienti, le dosi, ed il tempo da lui impiegato a produrlo. Per lo spaccamarroni alias sbriciolatore, è  fondamentale dimostrare agli astanti che egli conosce il valore della propria bravura e del proprio denaro, da non sprecare. Questo concetto lo ispira su tutto, sia che egli sia costretto a fare un regalo, sia che debba assistere ad una discussione in cui si parla ad esempio di tasse… gli pseudo evasori, i ciarlatani, gli fanno montare i fumi al cervello; allora lo sbriciolatore ci si accalora, e, nel contesto della discussione, mentre i presenti trangugiano fette centellinate delle preziose torte portate da lui, lo spaccamarroni arriva a battere i pugni sul tavolo per avvalorare ciò in cui egli crede. Così come nel caso molto deprecabile che egli abbia dovuto acquistare un regalo, lo spaccamarroni è solito consegnare lo scontrino, così che il donatario conosca la cifra che egli ha devoluto. Nel caso l’oggetto non fosse di suo gradimento, lo scontrino serve per cambiare l’oggetto, e se l’importo fosse minore, lo spaccamarroni  sbriciolatore pretenderebbe che il donatario gli restituisse la differenza di prezzo. Il carattere dello spaccamarroni dovrebbe pian piano delinearsi, e, tornando alla torta  ai frutti di bosco, risultare ben chiaro. Dunque, non sapendo cosa altro fare, egli si dedica a confezionare la torta, la descrive ampiamente alla persona cui dovrebbe portarla per ripagarne l’ospitalità. Veramente, a quella persona le torte non piacevano proprio, per lo meno non di quel genere: troppo elaborate.  Se mai  le piacevano crostate semplici, al massimo torte gelato ad un gusto soltanto, senza la minima farcitura. Quando aveva capito le intenzioni del suo futuro ospite, sempre sperando che succedesse qualcosa per cui la visita decisa dallo spaccamarroni venisse annullata, reinviata ad un tempo così indefinito da sconfinare nell’irrealizzabile, la persona aveva capito che era inutile fare presente i suoi gusti allo spaccamarroni sbriciolatore: non sarebbe stata ascoltata.  Rassegnata, la persona acconsente sperando nel caso: infatti…lo spaccamarroni si becca una grossa influenza, quindi la visita viene annullata.  Il lato comico  rimane nel fatto che lo spaccamarroni, ripresosi, viene miracolosamente riconvocato dalla sua bella. Felice, molto felice, egli racconta alla mancata ospite che si sarebbe recato dalla sua bella portando in dono la decantata torta ai frutti di bosco, sì, proprio quella, preparata con tanto affetto e riconoscenza per la mancata ospite… e a pranzo avvenuto richiama la donna per raccontare in dettaglio il successo ottenuto. Sembra di trovarsi a tavola insieme a loro, di portare alla bocca una prelibatezza che la mancata ospite quasi comincia a rimpiangere; ripensandoci, la donna, ammaliata, decide di recarsi in pasticceria per assaggiare una fetta di torta ai frutti di bosco. Non le piace, già lo sapeva, ma davanti ad un tale imbonitore… Scampato il pericolo, scampata la torta, la mancata ospite si trova a riflettere che bisogna imparare a dire subito No. No alle persone che ti si infiltrano. No alle torte ai frutti di bosco, anche ben presentate, se non ci convincono. Le indigestioni, soprattutto morali, sono troppo dannose per la salute.