Le storielle sono piccole storie senza troppa importanza. Mi viene alla mente una persona che ci si presta benissimo. Una donna di età indefinibile, nel senso che non è mai cresciuta, fedele agli schemi che le sono stati imposti fin da bambina. Possiamo chiamarla Plebea, nome inusuale ma significativo. Plebea sa sempre tutto; anche il viso, soprattutto i canini un po’ accavallati sugli incisivi , ne rivela l’animo piuttosto famelico di sopraffazione nei confronti dei deboli. “ Io avevo, facevo, possedevo, il mondo è cattivo, ma risalgo la china di certo”. Plebea un giorno si trova ad avere a che fare con una persona molto diversa da lei, molto provata ma determinata a resistere. La possiamo chiamare Regina. Plebea, forte di una certa esperienza, tarchiata nel fisico, se la studia e poi le si impone, senza parere. Regina continua a ripetersi e a ripetere agli altri ‘ Ma come sono stata fortunata a trovarla, eccezionale,’ Così Plebea montava sempre più in gloria, ritenendosi come al solito indispensabile. Come lo era nei tempi d’oro ‘ Come avrebbero fatto i proprietari senza di me? Loro dicevano di avere i muri ma in buona sostanza la struttura era mia e di chi mi ha preceduto…invece questi bastardi mi hanno cacciato definendomi una pezzente. Ma io nell’edificio organizzavo le feste, i balli per le ricorrenze, lo ampliavo a mia discrezione, decidevo facevo e disfacevo, ed ora quei delinquenti lo vogliono vendere e per prima cosa mi hanno buttato fuori…li sistemerò io e troverò un alloggio come si deve, in cui dare le feste che mi divertivano tanto’. Plebea non puliva, non cucinava, si serviva delle cucine del ‘suo ‘ edificio, organizzava il lavoro degli altri, li gestiva. La stessa cosa pretendeva di fare con la sola, mite e malata Regina, che si era consegnata nelle sue mani. Si divertiva a vederla spendere soldi, bastava avere in giro operai da dirigere e che Regina le ubbidisse per filo e per segno. ‘ Scusa ma prima di entrare suona il campanello…’… ‘Se proprio devo’… ‘ Questo operaio lavora male, non potevi dirglielo?’… ‘ Stavo facendo dell’altro’. Con gli operai Plebea si alleava, Regina alla fine era di troppo, l’appartamento era come se fosse della signora Plebea. Mesi per adattare le tende, Plebea ci si era proposta e Regina non doveva avere fretta, come per nessuna altra cosa. Plebea inoltre si lamentava in giro per il lavoro che svolgeva da Regina: finito il turn over di gente, Plebea, abituata a stare alla reception, non se la sentiva di fare fatica. Alla fine, dietro un pretesto, dopo mesi di sopraffazioni, Plebea decide di andarsene e Regina finalmente respira….si e’ potuta lasciare alle spalle una persona fredda, senza emozioni tranne che per il suo orticello privato…. Che l’Universo la aiuti. Storiella: soffermarsi di più, raccontare i particolari, non ne vale la pena.