Così, per un caso, la donna aveva scoperto di non avere in casa un  medicinale che le serviva, cui era abituata manco fosse un salvavita. I giorni successivi sarebbero stati festivi, quindi le farmacie…la donna aveva frugato dappertutto ma del medicinale non c’era traccia. Per fortuna alla fine si era ricordata che già da tempo in un trolley aveva preparato le cose che non si sa mai avrebbero potuto servirle per un eventuale ricovero. E c’era il medicinale, non ancora scaduto. Che sollievo! In quel momento la donna aveva dovuto prendere atto della propria estrema fragilità. Sola. Senza persone vicine. E se un domani avesse dovuto davvero avere bisogno di venire ricoverata? Meno male che la donna non doveva rispondere a nessuno della propria vita e che nessuno  doveva rispondere  a lei della propria; nemmeno un cosiddetto animale domestico. Nel contempo la donna aveva provato una grande tristezza nel constatare quali  fossero i suoi pensieri,  ma  aveva anche raggiunto la decisione di non tenere più assolutamente in conto  chi nella vita pregressa l’aveva attaccata fino a volerla distruggere: i suoi sensi di colpa non erano tali da indurla a soccombere a  persone del genere. Lei si doveva rispetto, non era un giocattolo da potere distruggere a piacimento, a seconda del capriccio di chi le era anche legato familiarmente. Il senso di panico si annulla con l’allenamento ad un tipo di pazienza talmente infinito da alleviare il dolore derivato dai sentimenti mal ripagati. La vita terrena è una sola e va vissuta con equilibrio, ben sapendo che le persone robotiche, programmate secondo il diktat dell’aggiottamento , non possiedono altro valore che non corrisponda al denaro. Povere! Esseri da mantenere lontani per quel che si può, senza rimpianti eccessivi che producano il temibile senso di panico, destabilizzante: già è andata così, tanto basti.