Un domatore virtuale, una di quelle persone che vivono in un mondo a fumetti, dove le immagini dell’apparire rappresentano il massimo delle aspirazioni. Dunque, questa persona ha un nome molto particolare, Venerando. Glielo hanno affibbiato appena nato, in memoria di qualcuno che lui non ricorda; glielo hanno ripetuto più volte, ma Venerando è tanto preso da sé che i particolari ininfluenti gli sfuggono. Egli è Venerando, da venerare, ed il predecessore che portava il suo stesso nome aveva avuto la sola funzione di preannunciarne la nascita, abituare la gente a quel nome tanto importante. Venerando cresce, ha successo nel proprio lavoro, ed è affezionato alla famiglia; in sostanza le rimane legato perché la famiglia è la miglior controprova di quanto si debba dipendere da lui, che le si dedica per dimostrare quanto egli sappia essere bravo. Venerando doma la moglie ed i figli, le sue abitudini e le sue convinzioni prevalgono sempre. Al suo confronto un Narciso qualsiasi potrebbe apparire modesto: Venerando ama se stesso talmente tanto che quando guarda negli occhi qualcuno cerca e trova soltanto il riflesso del proprio pensiero: lo sguardo degli altri non conta. Egli doma anche la casa, nel senso che nulla si sposta senza il suo assenso, anche gli oggetti devono attendere il suo benestare; coperte , stoviglie, quadri, scarpe, armadi… E se non sono sempre perfettamente puliti ed immobili il domatore si innervosisce: egli è talmente abituato ad andare di fretta che gli oggetti gli si parano in qualche modo fra i piedi e non è raro che il domatore li faccia cadere. Colpa loro, che non stanno attenti al passaggio del boss. Venerando possiede una macchina vecchia ma di gran cilindrata, piena di bocci nella carrozzeria: nel luogo dove egli abita è facile che le macchine altrui si permettano di urtare la sua. Venerando non c’entra; il fatto che lui guidi senza badare ai particolari e facendo l’occhiolino alle donne per strada quando rallenta, testimonia soltanto che la sua è una vita attiva, frenetica, che non tutti saprebbero reggere. Qualche affermazione… “Come farebbe mia figlia senza di me?…Sì, ha trenta e più anni, ma è sempre una bambina, le è già morta la mamma… quindi…e gli uomini? Ma poveretta! L’ultimo la ha solo sfruttata, non mi piaceva…. a me comunque, a parte mia figlia si intende, le donne non piacciono, hanno troppe pretese, vogliono essere rassicurate che le si ami e non sono nemmeno capaci di dartela subito e come si deve…tornando a mia figlia è rimasta talmente delusa che invece di tenersi un compagno si è presa tre gatte, anche brave…però la volta che una è scappata, come al solito è toccato al sottoscritto di correre in giro a recuperarla…e mio figlio!? Si è sposato per puro capriccio, adesso lavora come uno schiavo. Gli ho pagato io il matrimonio all’americana…una barcata di soldi, tanti che quando all’ultimo, non vedendolo molto sicuro, gli ho proposto di rinunciare, lui mi ha risposto “ma come con tutto quello che hai speso?”…beh, devo dire che in fondo ha detto la cosa giusta, meno male che mi assomiglia come carattere…tutti gli anni pago io aereo e vacanze per lui e famiglia, almeno li vedo, riempio le valige di vestiti nuovi per tutti e in quei quindici giorni di albergo mi si ripiglia…certo è un po’ troppo ingrassato, dovrebbe prendere esempio da me, che vado sempre in palestra, non mangio pane, compro il cibo nella migliore gastronomia, gioco al biliardo tenendo in piedi la squadra…si tratta di metodo. Rigoroso. E mia madre? Preferisce mia sorella minore, ma se ha bisogno ricorre a me, come tutti. Specialmente quando hanno bisogno di cure mediche. Io non sono un dottore in medicina, ma, dato il lavoro che ho svolto, ne so più dei medici. Ero abituato ad entrare in sala operatoria, fornivo io i macchinari quindi ne sapevo ben più dei chirurghi; operai, semplici, bisognosi di venire istruiti, rincuorati e…domati…come tutti ripeto, purtroppo. Alla fine io non posso essere sempre il buon Samaritano, farmi fregare…ho diritto di pensare a me stesso!!”. Di recente il buon Venerando ha tentato di fare del bene anche a un’estranea; ma la ‘cara fanciulla’ non gli dimostrava né riverenza né gratitudine, e soprattutto faceva un sacco di lagne per dargliela. Non si lasciava domare, tirando in ballo le scuse più strampalate: sono malata, ci vuole tempo, ci vuole amore, ci vuole….ma che cavolo! “ Se sei malata tirati in piedi, basta volerlo e si guarisce, io ho sempre fatto così…il tempo è prezioso, non lo si spreca in chiacchiere senza capo né coda…fare l’amore è necessario, devo esser sicuro che tu mi piaccia…l’amore in astratto non mi interessa…”. Con ‘sto tira e molla, più tira che molla, dopo infinite discussioni prolisse e noiose sul rapporto di coppia, il buon Venerando, nonostante le migliori intenzioni, alla fine è fuggito, e meno male che quella non gli ha rotto troppo i coglioni; solo qualche rimostranza verbale, per iscritto. Meno male!! Venerando, nonostante l’età, è, e vuole rimanere, un ragazzino, a suo dire strafigo, uno che in viaggio, nei recinti appositi, tiene per la coda le belve, che a suo parere non sono sedate, ma si ammansiscono al solo avvertire il suo tocco da domatore. Se Venerando si trova da solo durante il viaggio chissà come mai viene assediato da tutte le donne che nottetempo gli si recano in camera; siccome lui è un generoso, si presta, naturalmente senza il minimo impegno. Ci mancherebbe! Fra una ginnastica e l’altra magari gli capita di recarsi in bagno senza ricordare di chiudere la porta; una tipa una volta gli dice di chiuderla e lui si trova a doverle rispondere “tanto lo hai già visto e provato”. Impossibile domare le prede femmine in così pochi giorni! A volte la scocciatura reale rimane il letto: se l’albergo fornisce le salviette contate, dopo la ginnastica di tipo sessuale il materasso potrebbe infradiciarsi, con gran fastidio di Venerando. Ma un domatore, uno vero, supera anche simili inconvenienti, peraltro dovuti alla sua superiorità, non solo morale, anche fisica… da venerare, soprattutto da parte delle donne pelouche che hanno l’onore di venire ammesse da lui nel suo letto, rimanendo a disposizione tutta la notte. Venerando non le ha mai requisite, anzi, ogni volta ha sempre detto alle prede che le avrebbe riviste se loro volevano, ma di frequentare anche altri uomini: non si sa mai che trovassero quello che fa al caso loro… certo, il classico scemo, non un Domatore suo pari… un vero uomo, forse uno dei pochi rimasti degni del nome, da Venerare.