Per tante persone sono il modo di vivere; affetto ed amore sono Espedienti, per asservire chi capita a tiro. Conoscenti od ‘amici’, familiari,  parenti. Li si manipola, gli si fa credere che gli si vuol bene e quant’altro. Espedienti per spremere al massimo la persona coinvolta. Per una volta, non voglio parlare degli Espedienti in uso fra l’uomo e la donna; in genere ancora a forte discapito dell’integrità della donna, morale, psicologica, fisica ed anche economica.
Ma di quelli di cui si avvalgono non pochi figli, a dir poco un po’ mal riusciti, senza mai perdere un colpo.
Soprattutto nell’ambito delle povere coppie che non sono riuscite a restare unite, e ad affrontare il compito delle rispettive responsabilità all’interno di una famiglia. A discolpa dei genitori, eh, sì, perché no, potrebbe anche succedere che i genitori siano meravigliosi, ma se i figli sono teste di c… di proprio…, i genitori potrebbero anche arrampicarsi su specchi infiniti; i figli guarderebbero solo i difetti e li userebbero per finire di distruggere la povera coppia a loro esclusivo vantaggio. Quale vantaggio? Economico, chiaro. In assenza di contenuti e valori, l’unica cosa che conti. Espediente numero 1.“Papino, ti voglio bene”. E il papino di turno si ‘inquina’, completamente dimentico di ogni segnale pregresso e delle conseguenze future. Egli si considera il capo, il luminoso punto di riferimento, sempre e comunque. Non importa se nel quotidiano i figli  fanno i comodi loro,  si programmano a seconda di quel che gli frulla in zucca, si fanno sentire quando gli pare; e se il papino non gode di perfetta salute questo tipo di figli sorvola: tutte fisime! Ciò che conta, è che il papino rimanga a perpetua a disposizione, nel portafoglio e nell’abitazione, dei cari figli, quando tornano per le vacanze coi loro amici e quant’altro.
Se il caro papino si dimostra ancora voglioso di sessualità, del tipo giochiamo al dottore, lo si può compatire. A patto che trovi il soggetto adatto, che non costi, non sia una donna straniera perché quelle sono pericolose per il portafoglio; e in effetti spesso lo sono. Meglio una brava donna tranquilla, senza grilli per la testa, disponibile a servire il papino e ad estendere aiuto anche a loro, gli amatissimi figli “piezz’e core” del padre. Chiaro che, espletato il suo compito, la brava donna tranquilla, denominata compagna fino a che serve, verrà allontanata, ignorata. E chi è? Ma che vuole? Quanto al padre invecchiato, senza più velleità, se avanzerà posto, gli si riserverà una stanzetta della sua casa, la meno appetibile, e gli si pagherà una badante per qualche ora,  sempre se avanzano soldi. E se poi proprio si ostina a campare, rimane l’ospizio, quello economico. Lo stesso vale per le mammine, si intende, anzi ancora di più. Essendo donne, sono più pratiche, più adatte a servire, ad allevare  nipoti: e che altro dovrebbero fare? A meno che, papini e mammine possiedano tanti, tanti denari, quindi, con l’assenso dei figli, paghino in toto il personale che sbrighi le cose di casa e non solo; naturalmente, fermo restando che i quattrini  sono tutti dei figli, e ci manca! Questa tipologia di papini e mammine è quella di chi, nonostante i  problemi di coppia e la prole un po’ stramba, è riuscita ad arginare ambedue, quindi, restando unita, si salva in corner. Chiusa parentesi, tornando all’eventuale mammina rimasta da sola,  potrebbe arrivare a pensare di permettersi un ‘boy’, di fargli regali! Se la mammina in questione è ancora in gamba e guadagna parecchio, glielo si deve purtroppo concedere, pronti però a tirare subito il morso: il ‘boy’, deve capire da subito chi detiene il comando. Mammina rimane al servizio dei figli ed i figli decidono. Mammina  stia accorta, altrimenti, quando invecchia… si potrebbe anche ricorrere all’interdizione, perché no? Nel frattempo l’Espediente migliore con papino e mammina rimane sbandierare l’amore, l’affetto, il legame del sangue. Sempre blu, se sei figlio. “Papino, mammina, come farei senza di voi? E voi come fareste, senza di me! Voi siete i miei genitori, io vostro figlio, siamo una cosa sola…!!”. In genere, i genitori immaturi e disuniti ci cascano, sempre. Come ho già detto. E perché? Semplice.  Anche per loro si tratta di un altro Espediente, il numero 2: i genitori ìmpari al ruolo, non  hanno educato i loro figli al rispetto di se stessi e degli altri,  genitori compresi; non ci hanno neppure provato. E, pur sapendo di che pasta siano fatti, li hanno viziati, hanno sempre coperto le loro magagne, e si prestano. Si stendono le fette di prosciutto sugli occhi per non constatare il disastro, la deresponsabilizzazione totale che, da genitori, hanno collaborato a formare nei figli: L’Espediente numero 2 li aiuta a vivere, non dico felici, ma abbastanza sereni. Cambiando argomento, sempre in tema, ricordiamo i parenti rimasti soli; una merce preziosa, da tirar nella rete, facendola sentire parte della ‘famiglia’. L’Espediente numero 3, che serve a sfruttare gli ingenui parenti, stinchi compresi. Poi, se vivono a lungo, sbuffare.“ Ma fin quando campa la cara zietta? Ci costa! Eh, sì, perché come era giusto, dopo tutto quello che abbiamo fatto per lei, ci ha già intestato tutto quello che aveva, e la pensione è ben poca cosa! Speriamo si sbrighi!”. Se la poveretta non si sbriga abbastanza, i nipoti, poverini, la sistemano da qualche parte e la lasciano morire di incuria, di solitudine. Poi ci sono gli ‘amici’, i conoscenti. In quel caso, gli Espedienti sono diversificati, personalizzati, numerosissimi. Se si tratta di persone che possono essere utili, ben vengano: gli Espedienti per tenerseli buoni sono molteplici. Dal momento che non servono più, al massimo un bel sorrisone e si chiude la porta, anche con garbo, come no! Gli estranei poi! Ma chi sono? L’Espediente numero 4 insegna che la norma fondamentale è non salutare nessuno per strada, non immischiarsi di cose che non ti riguardano, anche se vedi una persona che cade per terra. “Ma che vuole? Ho già abbastanza da fare per me..!”. Che poi in effetti può capitare di imbattersi in estranei davvero pericolosi, abilissimi nell’affabulare, nell’affascinare, per mungere  al meglio la vittima e squagliarsela non appena ottenuto lo scopo, pronunciando come sfottitura finale un misero ‘grazie’.  Gli Espedienti affettivi  sono le fondamenta su cui si basano e prosperano i fratelli maggiori, gli Espedienti sociali in senso lato, politici e religiosi… Non mi ci addentro. Scriverei un’enciclopedia, una tirata talmente lunga che nemmeno Google riuscirebbe a ingoiarla. So che a certe persone potrei apparire un po’ velenosa ed amara. Non è così: semplicemente, siccome non vivo e non sono mai vissuta a braccetto con gli Espedienti, mi rattristo, addirittura mi rattrappisco ogni volta che mi ci imbatto; e siccome ho dovuto imparare a riconoscerli, tutti o quasi, di conseguenza ho anche abbastanza  imparato a scansarli e ad evitare l’eccessiva frequentazione con persone che hanno scelto di non fare mai chiarezza e ripartire da lì. Io non ci riuscirei; meno che meno a sopportare di venire coinvolta in guazzabugli che non hanno né capo né coda. Se non altro, anche volendo, non ne avrei più l’energia. Ho conosciuto anche tante persone simili a me, che con gli Espedienti non vanno d’accordo. Bravi figli, orgogliosi di starsene in piedi da soli, e genitori coerenti con il loro compito e ruolo; parenti davvero accolti in famiglia ed accuditi con affetto sincero. Amici leali, conoscenti affidabili,  estranei disinteressati; esistono anche persone oneste in ruoli sociali, politici, religiosi, da quelli comuni a quelli importanti. Poche. Ma ci sono. Soprattutto, mi sono anche accorta che gli Espedienti individuano a pelle le poche persone che non ricorrono a loro, e a loro volta le scansano: sono prede indigeste, difficoltose, non rendono. Gli Espedienti, dall’elementare numero 1, quello usato dai figli  anaffettivi ed opportunisti, al più raffinato, mega galattico, prediligono volare radenti e succhiare energia dai tanti terreni già pronti; rafforzarsi, ingrassare e non porsi domande. Uaipicchè? (la pronuncia di why, cioè perché, tradotta in picchè: mi fa sorridere, alleggerisce il predicozzo-racconto).